Settimane Verdi. Diario 6 – 10 luglio.
Questa settimana abbiamo deciso di dedicare il nostro diario a quell’ingrediente unico e speciale delle nostre settimane verdi che è il gioco spontaneo. Se c’è un’esperienza formativa in via d’estinzione questa è proprio il gioco spontaneo, ovvero l’attività libera che accade fra i bambini e da loro guidata. La scuola dell’infanzia troppo spesso la relega a momento di sfogo o da riempitivo fra le attività proposte dagli adulti, ritenute più importanti. La scuola primaria semplicemente lo cancella dal suo orizzonte: si gioca a casa! Poi a casa mancano tempo, spazi e compagnia per attivare un gioco spontaneo di qualità: sport, musica, tv, attività ludiche ma guidate da adulti per rendere piacevole apprendere qualcosa… Speriamo, allora, che questo diario vi faccia scoprire il tesoro nascosto del gioco spontaneo e, magari, ci faccia riflettere sul posto che esso ha nelle routine dei nostri bambini!
Andando in passeggiata incontriamo…un albero. Non serve un invito o una spiegazione: esso diventa una sfida di arrampicata e la soglia di un’avventura. Anna lo scala per prima e basta questo per attivare un interesse nel gruppo. “Posso salirci?” “Certo perché no?”. “Mi aiuti, per favore?” “Non ti aiuto, trova tu il modo per salirci. Se sai salire saprai anche scendere. Se lo faccio io, che gusto c’é!?” E così, c’è chi sale, chi ci prova ma non ci riesce, chi ce la fa dopo tanti tentativi e … chi preferisce osservare i differenti tipi d’erba. Non serve molto per attivare un momento di intenso gioco spontaneo ma se si è in passeggiata è meglio non avere mete rigide e muoversi al ritmo dei più piccoli.
Da un punto di vista psico-motorio, scalare un albero è un’attività di complessità infinitamente maggiore rispetto a qualsiasi proposta strutturata.
Giocare con la cucina di fango è una passione infinita dei nostri bambini. Sembrano non stancarsi mai di creare storie e piatti, situazioni ambientate in diversi contesti quotidiani o straordinari, in cucina, in negozio o nella bottega di un mago potente. Manipolare, raccogliere, assemblare, distruggere e ripartire. Nel frattempo il gioco con i materiali naturali si arricchisce delle dinamiche di relazione. Ruoli presi e dati, direzioni ed azioni proposte, imposte o negoziate. Momenti di calma e di eccitazione, di serenità e di conflitto. Qual è il momento giusto per interrompere un’esperienza globale come questo gioco simbolico?
La qualità delle proposte degli educatori sta nella loro capacità di connettersi con il gioco spontaneo, offrendo spunti e sguardi che lo rendano ancor più bello.
La vecchia pedana per riparare i trattori si trasforma in un autobus a due piani, come quelli londinesi, e poi in aeroplano, portandoci in Australia, al mare e in montagna. Le scale “proibite” vicino al nostro campo base altro non sono che il castello del vecchio imperatore di ghiaccio, sorvegliate dal drago sputafuoco, acerrimo nemico dei nostri prodi cavalieri. Per rifocillarci abbiamo preparato cioccolate calde profumate al rosmarino, alla menta e alla lavanda, minestroni e pizze con pesche e patate! Per fortuna la campagna intorno a noi è al culmine della sua ricchezza, altrimenti la cambusa nelle cantine del castello sarebbe vuota!
La scelta dei contesti di gioco e una presenza affettuosa e fiduciosa sono i modi potenti in cui l’adulto rende possibile il gioco spontaneo.
Un bancale diventa la nave dei pirati ma anche le balle di paglia possono trasformarsi in un galeone. Abbiamo esplorato il territorio che ci circondava con il nostro cannocchiale e cucinato ogni tipo di prelibatezza: dall’arrosto fatto di tronchi a biscotti veri e propri. Scegliere materiali destrutturati amplia le possibilità del gioco in cui è la fantasia ad attribuire significati alle cose e non viceversa. Un telo bianco, un bastone e qualche storia di pirati bastano per trasportarci ed appassionarci.
Gli interventi dell’adulto durante l’azione cercano di arricchire l’orizzonte del gioco libero, rilanciando e allargando. Spesso il miglior intervento è starsene ad osservare.
Anche i “grandi” giocano, eccome! E con loro questa settimana abbiamo viaggiato nelle terre delle storie: albi illustrati e libri sono stati il motore che ha acceso le nostre esplorazioni, mirate a conoscere quello che già ci sembrava familiare con uno sguardo nuovo. Piante da riconoscere attraverso gli erbari, una lunga passeggiata fino al fiume imparando ad utilizzare bussola e binocolo, immersioni nella nostra campagna per individuarne i nascondigli migliori… Tutte queste esperienze si sono magicamente unite in storie da raccontarci e ascoltare.
C’era una volta un Re… eh no cari amici, c’era una volta un ciocco di legno…E così, seguendo l’ispirazione e accompagnati sapientemente da Beatrice, i bambini creano un loro copione e mettono in scena una storia. Se poi il protagonista l’ultimo giorno è assente la tensione sale alle stelle ma si improvvisa con grande gusto e successo!
Fare finta di essere… è un’esperienza di tutti i bambini che col tempo si sviluppa nella capacità narrativa e creativa. Libri e recitazione sono strumenti perfetti per inserirsi nel flusso del gioco spontaneo ed arricchirlo.
I nostri esploratori hanno trovato dei tesori girando per la campagna, ogni giorno abbiamo visitato luoghi diversi come il pollaio che è stato come sempre molto apprezzato. Ci ha impegnati la costruzione della nostra capanna che è diventata prima un teatrino, poi casa dei profumi e infine vera casa in costruzione. Da ultimo allestiamo i funerali di un ape a suggellare una settimana di incontri e scoperte. A tavola mangiamo con i coltelli e li usiamo anche per prepararci una macedonia.
Strumenti rischiosi, come i coltelli, non entrano nel gioco libero ma nelle proposte guidate, come il pranzo o un laboratorio di cucina. Non aspettiamo di fare il liceo per misurarci con la lama di un coltello :), ce la possiamo fare…
Ma il gioco libero è adatto a tutti gli ambienti e le situazioni? Nell’orto dobbiamo muoverci con cura ed attenzione, o almeno ci proviamo. Prima di cogliere un frutto chiediamo all’adulto perché se non fosse maturo potremmo rovinare il lavoro dei contadini. Non sempre tutto fila liscio: arriviamo ad un frutteto e spinti dall’entusiasmo raccogliamo delle mele per buttarle nel fosso. Stop! Ci sediamo in cerchio e ne parliamo: occasione preziosa per capire che non tutto è a nostra disposizione e ci sono limiti da riconoscere e rispettare, anche in natura.
Il momento del cerchio, in momenti di routine ma anche nel mezzo dell’azione, ci aiuta a focalizzare aspetti dell’esperienza che vanno capiti e interiorizzati. Si impara anche e soprattutto dall’errore.
Infine, anche i piccolissimi iniziano ad esplorare gli spazi di Corte Carezzabella. L’incontro con Palla di neve è emozionante ed eccitante, sia per lui che per i bambini. Che sia l’inizio di una lunga amicizia?
Grazie ai bambini e alle famiglie e alla prossima!