Il rumore del silenzio, Max Frisch
Ancora una volta troviamo riparo e rifugio nella truna.
“Il Silenzio – un racconto dalla Montagna” di Max Frisch ci trasporta all’istante tra le cime, dove un giovane uomo si spinge, sfidando i limiti, verso una cresta mai salita. Ai piedi della montagna attendono due donne. Il silenzio, potente elemento di connessione, lega l’intero incedere del racconto, tra una sorprendente densità di particolari e ritorno alla vita…
Come da rituale, il componimento libero finale, con il contributo di ciascun lettore, condensa il significato del racconto.
Alla prossima!
È come se Dio, in una notte
così, mostrasse un altro volto, forse un volto più vero,
che non sa nulla degli uomini e non conosce misericordia,
senza pietà verso la vita, così muto e immobile, così pietrificato
ed estraneo, così smisuratamente serio;
E’ come se questa quiete questo silenzio che copre il mondo sciogliesse tutti i pensieri: si sente solo il proprio cuore che batte o talvolta il vento che sibila nelle orecchie
e per alcuni istanti a malapena si distingue ancora cosa è terra e cosa è cielo
il vuoto e la noia che sbadigliano in tutte le cose
Fin dal primo momento lui non ha pensato che fosse del tutto casuale, questo incontro
“[…] e ora sarebbe magnifico se non si dovesse mai più tornare a valle, mai più…”
E’ un orologio. Ma purtroppo non si riesce a leggere a che ora le lancette si sono fermate….
il pugno nero dello spavento … la sua bocca è così strana, così estranea, così sottile e dura
Al tempo era ancora un ragazzino, e aveva ancora la sensazione di possedere una vita immensa, quasi infinita, e forse qui, per la prima volta, si era sentito un effimero moscerino.
perchè ha detto di non sapere cosa sia la felicità
galleggia un po storta,e un vortice la fa girare in in circolo,
Ha a che fare, questo, con la felicità?