Montagna e processi d’apprendimento divergenti

Lo straripante interesse per scialpinismo, sci fuoripista ed escursionismo invernale, in parte collegato allo stop forzato degli impianti di risalita, si accompagna con un’autentica valanga di suggerimenti dedicati alle attrezzature, regole, raccomandazioni, decaloghi, moniti e avvertimenti.

Conoscere tutto ciò, intendiamoci, è sacrosanto, e solo un folle potrebbe ignorare i buoni consigli.

Forse quello che sfugge alla corrente principale di comunicazione, è ricordare ad ogni frequentatore della montagna bianca che imparare a prendere decisioni richiede assai più formazione che imparare a tenersi in forma, analizzare la stratigrafia della neve, interpretare le previsioni nivometeorologiche e gestire attrezzi e strumenti salvavita.

In pratica essere allenati, essere esperti di “scienze della neve” e di “autosoccorso” automaticamente non ci fa diventare abili nei processi decisionali.

Sono, infatti, processi d’apprendimento divergenti, il che non significa rinunciare alle informazioni circolanti consolidate, ma incentivare e prendere in considerazione anche quella gigantesca sfera di fattori umani condizionanti, da esplorare e approfondire, per aiutarci prendere ogni decisione in montagna. Decisioni che dettano il comportamento, comportamento che sta alla base della quasi totalità degli errori.

Come indagare dunque i percorsi di consapevolezza e messa a fuoco di intelligenti cautele? Come agevolare la percezione di atti umani insicuri o identificare le “trappole” di errore?

I campus d’esperienza e i percorsi formativi promossi da Vendül sono un’occasione di approfondimento, sperimentazione attiva e reale.