In Truna con il primo alpinista. Ascesa al Monte Ventoso

In una serata di maggio già pienamente primaverile abbiamo affrontato, assieme a Francesco Petrarca, l’ardua salita alla cima del Mont Ventoux. Già al primo appuntamento delle letture Dalla Truna calpestammo le sue pendici, accompagnati quella volta dai silenzi operosi del piantatore d’alberi descritto da Jean Giono. I luoghi erano gli stessi ma non gli anni. Siamo idealmente tornati al 1336 quando il poeta del canzoniere si inerpicava sulle pendici del monte provenzale assieme al fratello, affrontando la prima avventura alpinistica della storia e al medesimo tempo conducendoci in un viaggio dentro gli ampi spazi della sua anima.

Se da un lato, il testo riflette la cultura del suo tempo, e come non potrebbe farlo, dall’altro ci ha stupito la modernità dei temi esplorati. Temi che ritornano in tutta la letteratura legata all’alpinismo, sia quando essa è uscita dalla penna di scrittori amanti della montagna sia quando sono stati gli alpinisti a lasciare racconti e riflessioni.

Per noi che facciamo educazione in natura è stato facile scoprire nel testo di Petrarca gli ingredienti di un’esperienza capace di generare apprendimento… La ricerca del nuovo, la possibilità di sbagliare itinerario e “perdersi” senza mettersi troppo nei guai; l’avere pochi compagni e poter godere del silenzio; riflettere e cercare connessioni con la propria esperienza e i saperi della propria cultura; aprire un libro significativo, come quelli che si leggono in truna, e cercarvi ispirazione per fare andare in profondità; non accontentarsi delle ore centrali della giornata ma vivere l’alba, il tramonto e il buio della notte; far fatica e contemplare la bellezza. E poi lasciar traccia dell’esperienza, scrivendo e raccontando l’esperienza.

Quasi a celebrare il poeta che ha scritto questo prima narrazione d’alta quota, abbiamo proposto ai lettori che ci hanno raggiunto di creare brevi poesie, partendo da una parola evocata dall’esperienza di lettura e di ascolto. Ne sono venute fuori, come sempre, originali e significative testimonianze di una serata generativa.

Cristina (ANIMA)

A Nuove Immaginazioni Mi Accompagno

Michele (LUNA)

La più bella e Unica Notte Assieme

Luca (GRANDIOSO)

Giravo Ramingo in Altitudini Non Distinguibili che Ispiravano le Ore Sopra Orizzonti lontani

Tommaso (ARDORE)

Accelero il Ritmo Dentro l’Orizzonte. Rallento ed Ammiro

Paolo (TEMPESTE)

Terreno Erto (che) Mi Porti Errando Storie (e) Trascorsi (degli) Eterni monti

Nicola (LIBRO)

Libero Il Bisogno (di) Recarmi Oltre

Lorenzo (TRALIGNANDO)

Tutto il tempo perso Ricercando strade obliqueAllontanandomi dall’essenzaLibero credendomiIntento a fuggir dai veri impegniGiacchè piuttosto libero Non sonoAncorchè cincischioNegando di meOgni vera essenza

Martina (CENTRO)

Ci sono luoghi particolari che ti aiutano ad Entrare dentro te stesso Non te lo aspetti Ti ritrovi a lasciate a valle ció che non é essenziale Ritrovando ciò che più conta Orgogliosamente con coraggio mentre sali scendi nelle profondità della tua anima

Giulio (ERRANTI)

E Ricercando Riposo Amore Natura Trovassi Imnbarazzo?

Valentina (ARDORE)

Andai indietro nel tempo. Ricordai con quanto ARDORE desideravo arrivare in vetta. Dopo tanta fatica, finalmente ero in cima. Ogni passo, mi aveva indicato il cammino. Restai immobile, in contemplazione di fronte a tanta immensità. E mentre mi preparavo alla discesa, già provavo nostalgia per questa mia ultima conquista, pensando, inevitabilmente, alla prossima meta.

Nicoletta (STRADA)

Stare, non agire, prendersi il Tempo per pensare, Restare immobile, Attendere, Domandarsi e poi Attendere ancora

Alessandro (SALITA)

Studiare la via, Ardire di raggiungere la cima, Lasciare le proprie certezze Iniziare la salita Tenersi per mano Arrivare a godersi il cammino insieme.

Con la serata di mercoledì scorso terminiamo il ciclo Dalla Truna. Letture collettive per viaggiare restando a casa, che ha così arricchito la nostra quarantena. La fase nuova in cui entriamo (2, 3, 4…boh) ci spinge a prenderci del tempo per riflettere su questi mesi e, soprattutto, per preparare qualcosa di bello per l’estate.

In serbo, però, un’ultimo appuntamento in truna, con una formula nuova e aperta a tutti coloro che hanno partecipato almeno ad una delle sei serate di aprile e maggio. Questa volta sarà compito di ognuno arricchire la serata con un breve testo che parli di “natura, di uomini e di donne” e di condividerlo attraverso una breve presentazione e la sua lettura.

E poi chissà di poterci presto ritrovare in montagna, campagna o in altro contesto di natura a leggere e raccontarci le nostre storie.